Antonini, impossible is nothing: da riserva a irrinunciabile
"Non ci aspettavamo una partenza così...", ha ammesso Luca Antonini al termine di Milan-Catania, evidenziando tutta la sua delusione per un avvio in campionato della squadra piuttosto stentato. Tutti, invece, si aspettavano un Antonini così, cioè su ottimi livelli. Dopo la fiducia leonardiana della passata stagione, infatti, il prodotto di casa Milan ha conquistato anche il nuovo tecnico Allegri, che, naturalmente, lo ha risistemato sulla sua corsia mancina, chiedendogli di macinare chilometri su chilometri, provando il duetto con Ronaldinho, senza però dimenticare la fase difensiva. Da riserva a titolare inamovibile, passando per la nazionale, in poco più di un anno: la parabola del numero settantasette rossonero ha subito un'impennata a dir poco sorprendente. L'esempio vivente e lampante di un lavoro che paga, tra sudore e fatica, impegno e dedizione. Antonini, dunque, si è guadagnato - sul campo - l'etichetta di miglior terzino della squadra: i più maligni, a questo punto, esclamerebbero "Beh, non ci voleva poi così tanto". Niente di più sbagliato: imporsi in un club come il Milan non è certamente facile, anche quando la concorrenza non è agguerritissima. San Siro, ad esempio, è uno stadio che non perdona: al minimo errore, infatti, il tempio per eccellenza del nostro calcio potrebbe disintegrare ogni minima ambizione, lavando l'entusiasmo con un secco colpo di spugna inzuppata di fischi. Problema, invece, che non ha minimamente sfiorato Luca Antonini, uno di quelli che, a testa alta e, soprattutto, a suon di prestazioni al bacio, ha scalato la vetta, dopo anni e anni di gavetta, a spasso per la provincia pallonara italiana. E adesso, che piaccia o no, è tra gli insostituibili di questo strano Milan.
MilanNews
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