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| Ambrosini: il capitano è onnipresenteMassimo Ambrosini. Capitano. Professionista serio e puntiglioso. Prorompente. Portatore-sano di triangolazioni perfette, di azioni arrembanti, a percussione, di passaggi precisi, di entrate in area decise, decisive. Gli bastano poche parole, spesso soltanto un’ occhiata e i colleghi di centrocampo lo capiscono. Ha sempre le idee chiare su cosa fare in campo. Due i suoi compiti principali: distruggere e ripartire. Questo è l’anno dei Mondiali di calcio e Massimo si allena con caparbietà e con profitto. (La partita con il Genoa ne è la dimostrazione). Con tanto di programma minuzioso vuole prepararsi a puntino. Non fa proclami ma punta alla nazionale. Con il Genoa è onnipresente, passa da difensore aggiunto a centravanti di sfondamento. Macina tanti di quei chilometri, mette tanti di quei passi. Girovago del centrocampo. Confonde gli avversari ma, puntuale, arriva come una furia in area. Lo atterrano ed è calcio di rigore. Lo riatterrano ed è il secondo calcio di rigore. Non lo vedi mai tirare in dietro il piede. Fa il porta-palloni di Pirlo al quale lascia volentieri i preziosismi. Lui non si permetterebbe mai di farne uno. Ambro è di un’altra scuola. E’ cresciuto a pane, pasta e… Desailly. Fuori dal campo è buono come il pane fatto in casa. In campo è ‘politically correct’. Ma qualche entrata è possente. Con Gattuso a fianco rincorre meno gli avversari e, con Thiago Silva in difesa, stacca meno di testa. Essendo meno spremuto del solito, si può dedicare ad attaccare a testa-bassa. Più delle altre volte è una autentica colonna del centrocampo. Un gladiatore in campo. Un iradiddìo. Carattere vincente. E, per questo, molto amato dai tifosi rossoneri. Tanta personalità. Scatenato. Insomma, Massimo Ambrosini: un ‘prepotente’ a centrocampo. www.milannews.itI M M E N S O ! 
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