Andrea PIRLO

Milan, Il Chelsea gioca al ribasso per Pirlo

Sta subendo una brusca frenata la trattativa che potrebbe portare Andrea Pirlo dal Milan al Chelsea. Secondo alcune indiscrezioni uscite dal quartier generale dei Blues, la valutazione che il Milan da al suo metronomo, circa 20 milioni di Euro, è stata ritenuta eccessiva da parte della dirigenza londinese la quale valuta Pirlo al massimo 15 milioni di euro. Il gioco al ribasso che sta facendo il Chelsea è anche dovuto dal fatto che Pirlo ha 30 anni e lo stato avanzato della carta d'identità del bresciano sta facendo scendere, secondo gli inglesi, la sua valutazione sul mercato nonostante Ancelotti lo ritenga fondamentale per il suo gioco.

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La reazione di Andrea Pirlo alle dichiarazioni attribuitegli ieri, è chiara e inequivocabile: "Non ho mai parlato con Irish Independent - dichiara il campione rossonero al Sito ufficiale - e più in generale non ho mai fatto a chicchessia le affermazioni che sono state collegate fra virgolette alla mia persona".


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Sembra ormai cosa certa il passaggio di Andrea Pirlo al Chelsea. Nelle ultime ore è partito un tam tam mediatico che, dall'Inghilterra, è arrivato fin qui in Italia secondo cui mancherebbero solo i dettagli per poi dare l'annuncio ufficiale del passaggio del centrocampista bresciano alla corte londinese del suo mentore, Carlo Ancelotti che fin dal suo arrivo a Fulham Road ha chiesto al patron dei Blues Abramovich il regista numero 21.


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Andrea Pirlo ha raggiunto Milanello nella serata di ieri, pernottando nel centro sportivo. Sono ore calde per lui, sempre al centro di una trattativa tra Milan e Chelsea che si va intensificando di ora in ora e che promette di trovare a brevissimo termine la sua conclusione; un’accelerazione forse decisiva e i riscontri arrivano da mezza Europa: dalla stampa inglese, ovviamente, che dà la cosa per fatta, così come Marca, che annuncia l’archimede rossonero al Chelsea con buona pace dell’Atletico Madrid, dal tam tam di radiomercato che si alza negli ambienti milanesi. Il Milan da tempo avrebbe deciso la cessione del suo play, per affidarsi, su indicazione espressa di Leonardo, a Hernanes, che Braida sta trattando direttamente in Brasile. Dov’è la convenienza? In fondo i 18 milioni che entrerebbero dal Chelsea, uscirebbero immediatamente in direzione San Paolo. Il risparmio per il Milan sarebbe evidente sotto il profilo dell’ingaggio, con annesso ulteriore ringiovanimento della rosa e avallo ai desiderata del nuovo allenatore. Va rimarcato come Leonardo mai abbia preso un granchio quando ha indicato un talento del calcio brasiliano su cui investire, da Kakà, passando per Pato, sino a Thiago Silva. Inizialmente il Milan si era trovato spiazzato dall’offerta al ribasso del Chelsea, che aveva proposto 13 milioni e non un centesimo in più. Ora ci siamo, ma occorre considerare la volontà del giocatore, tutt’altro che convinto. Agli amici più intimi e ai compagni più vicini Andreino fa sapere che preferirebbe restare, che la moglie è renitente al cambiamento di vita e che ha appena terminato di ristrutturare la sua abitazione. Meglio il Milan, insomma; il problema, però, è che il Milan ha deciso di cambiare

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Tutti parlano della probabile, anzi imminente partenza di Andrea Pirlo sponda Chelsea.
L’unica cosa certa per adesso è che Pirlo dovrà certamente traslocare... Anche rimanendo al Milan. Infatti Leonardo ha studiato per lui (o per il suo successore, si chiedono i maligni?) una posizione da regista alto con due mediani bassi dietro di lui davanti alla difesa. . Ci sono però delle perplessità , perché come già è successo in passato Pirlo ha dimostrato di essere il numero uno al mondo nella posizione di regista, mentre in altre si è dimostrato molto meno incisivo. Pur essendo vero che 10 metri in avanti o 10 metri più indietro non possono trasformare un brocco in un campione e viceversa, la stagione che il Milan sta per affrontare è già ricca di molti “se” e una ennesima scommessa, per altro in un ruolo nevralgico, potrebbe essere un azzardo.
Intanto il Milan aspetta un offerta irrinunciabile (20 milioni) e Ancelotti sta cercando di convincere Abramovic:, non ci resta che aspettare per capire se Pirlo oltre che in campo dovrà traslocare anche nella vita.

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Sembra l’ennesima follia. Avere Pirlo e mandarlo via. Eppure è esattamente ciò che succederà a breve. L’annuncio del nuovo attaccante, appena possibile, poi un nuovo, doloroso addio. Tutto deciso, anche la tempistica, che ha una sua importanza, per attutire nuove reazioni della piazza; ma stavolta, a differenza di quanto accaduto con Kakà, questa partenza non sarà dettata esclusivamente da esigenze di cassa. C’è una ragione di natura squisitamente tattica alla radice di questa scelta solo apparentemente suicida. Se si vuole operare un cambiamento drastico nella manovra del Milan, ed è l’intendimento dichiarato di Leonardo, il modo più sbrigativo e risolutivo di intervenire è proprio quello di espungere Pirlo dal contesto tattico. Genio sopraffino, in grado di verticalizzare con precisione millimetrica come pochi altri nel panorama mondiale, Pirlo è però il catalizzatore dell’intera manovra: se è in campo, logica vuole che i compagni appoggino il gioco su di lui per l’impostazione. E se non c’è grande movimento in profondità da parte degli altri, tutto inevitabilmente ristagna e si riduce a uno stucchevole fraseggio per linee orizzontali, contro due linee avversarie perfettamente schierate. Morale: non dovrà più esserci un Milan lento e monocorde. Il progetto di Leo non prevede più il centromediano metodista, ma due centrali di centrocampo a protezione di un compagno avanzato in posizione quasi da trequartista. Nella mente di Leo sarà un Milan in grado di sviluppare con continuità anche un gioco sugli esterni, ciò che con Ancelotti non era previsto. Un Milan più rapido e incisivo, non vittima del proprio narcisistico ma sterile palleggio. Un Milan nel quale Pirlo è un di più, anzi paradossalmente può risultare controproducente. E considerato che Andrea è ormai trentenne e viene da due annate deludenti, la sua cessione, per quanto dolorosa, non è un’eresia.

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mi spiace un per Andrea, però era ora. Gli ultimi due anni era bollito!

Il silenzio s'è sciolto. Il patron del Milan, Silvio Berlusconi, ha deciso di rompere gli indugi e pronunciarsi sulla faccenda Pirlo, dopo il summit che s'è tenuto a Milanello. Il numero uno rossonero s'è sbilanciato dicendo: "Andrea Pirlo rimane al Milan". Una frase che non lascia spazio a molti dubbi, anche se già in questo mercato (all'inizio, in realtà) la stessa dichiarazione è stata fatta per Kakà, poi ceduto al Real Madrid per sessantotto milioni di euro.

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All'inizio del suo nono anno di Milan Andrea Pirlo sa che terminerà la carriera in rossonero. Una lunga strada come quelle di Baresi e Rivera, due bandiere: "Loro sono vere bandiere, come Maldini. Io ho giocato anche da altre parti. Come giocatore mi sento affine a Rivera, come origini e modo di fare a Baresi: siamo gente di poche parole, che parla coi fatti". Oltre al suo talento, nel Milan, c'è quello di Ronaldinho: "E' talmente bravo che il ruolo giusto se lo trova da solo. Leonardo ascolta il Presidente, ma poi decide di testa sua. In Ronaldinho è cambiata la sua voglia. Sta lavorando sodo, per la squadra". Questo, invece, il suo pensiero sul Mondiale: "E' uno stimolo: per i nostri brasiliani che non sono sicuri del posto, e per noi azzurri, quindi per l'intero Milan". In conclusione Andrea ha parlato delle voci che girano in merito alla cessione della società: "Non credo accada. Si cercheranno più introiti, per fare mercato con le risorse del club e non con investimenti personali della famiglia Berlusconi. Ma la proprietà resterà la stessa".

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A poco più di 24 ore dal fischio d'inizio della stracittadina, il centrocampista rossonero Andrea Pirlo, in un'intervista rilasciata a Repubblica.it tenta un confronto tra le due formazioni: "Il nostro gioco è più bello di quello dell'Inter. I trucchi di Mourinho non funzionano più. L'allenatore dell'Inter mi diverte, è capace di distogliere l'attenzione dalla squadra e proiettarla tutta su di sè. Ma adesso all'Inter non basta più buttare la palla avanti per Ibrahimovic".

Infine, sull'interessamento del Chelsea: "Ancelotti mi disse: mi servi al Chelsea. Non sono una bandiera, ma il mio posto è qui al Milan".

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