Manca ancora una settimana al vernissage della nuova stagione del Milan ma Ronaldinho, l’uomo deputato a raccogliere la pesantissima eredità di Kakà, già sgambetta sui campi brasiliani in attesa di mettersi al servizio di Leonardo.
Il 2009/10 sarà la stagione verità per il numero 80 rossonero: c’è da dimenticare un primo assaggio di Serie A con più ombre che luci e soprattutto c’è da smaltire la delusione per la mancata convocazione in Confederations Cup ad un anno dal Mondiale 2010.
“Non sono arrabbiato ma certo, avrei voluto essere lì. Tutti i miei amici sono lì, quella squadra per me è come una famiglia per me dopo tutti gli anni passati insieme. Anche come capitano, voglio avere una grande stagione, vincere con il Milan, tornare a giocare con il Brasile e giocare una grande Coppa del Mondo”.
Nel 4-3-3 di Leonardo Ronaldinho dovrebbe tornare a ricoprire un ruolo molto simile a quello che l’aveva lanciato nel Barcellona: esterno di sinistra con licenza di accentramento, senza troppi compiti di copertura. Rinvigorito dalla fiducia ad oltranza del presidente Berlusconi, l’obiettivo è quello che di incendiare la fantasia orfana dell’estro di Kakà e dimenticare le micidiali pause di riflessione che avevano indotto Ancelotti a relegarlo nel dimenticatoio.
“La partenza di Kakà non mi riguarda in prima persona. Certo, era splendido giocare con lui al mio fianco, è un grande giocatore. Ora siamo senza di lui ma le mie responsabilità non cambiano”.
Il passaggio da attore non protagonista a leader della squadra non sarà facile ma Ronaldinho, a differenza della dirigenza rossonera, non è avvezzo al low profile: il Milan punterà a vincere la Champions League.
“Il mio obiettivo principale è aiutare il Milan a vincere. L’anno scorso siamo riusciti a raggiungere il primo obiettivo, tornare in Champions League. Ora vogliamo vincerla”
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